Elettromeccanica di Bordo, che cosa si intende

Leggi questo articolo e scopri che cosa si intende per elettromeccanica di bordo. Per servizi e informazioni contatta Marine Electric Srl

 

 

Senza timore di essere smentiti, si può dire che l’elettromeccanica di bordo rappresenti in tutto e per tutto il cuore di un’imbarcazione. Proprio per questo necessita un’attenzione particolare, soprattutto in tema di manutenzione. Non di rado capita infatti che ci si accorge di aver bisogno di una qualche revisione quando è ormai troppo tardi. Meglio prevenire, sempre. Ma da quali parti è composto un impianto di bordo? Un impianto elettrico di una barca non si discosta molto da quello di un’automobile. È composto dal cuore energetico che è la batteria o le batterie, un alternatore per la sua ricarica e una serie di utenze, dal motorino di avviamento, le luci e i servizi di bordo. Vediamo più nel dettaglio.

 

Le batterie. È buona norma disporre almeno di due batterie a bordo. Una dedicata solo all’avviamento, e quindi collegata solo al motorino e al massimo all’elica di prua e al salpa ancore, e l’altra per i servizi. La prima dovrà essere adatta a enormi carichi per brevi periodi, mentre quella di servizio dovrà essere utilizzata per lunghi periodi con poco carico, luci, plotter e servizi vari. Entrambe però, ovviamente in ingresso, saranno alimentate dall’alternatore e da un caricabatteria a 220. È buona norma anche disporre di stacca batterie da inserire a fine navigazione per evitare che qualche dispersione ci faccia brutti scherzi soprattutto se la barca non deve essere utilizzata per qualche tempo. In caso di barca a vela si avrà necessità di batterie più capaci e alternatori più potenti visto l’uso marginale del motore. Il mercato oggi offre almeno tre tipi di batterie: le agm ideali per avviamento, gel/litio per i servizi. Quelle al litio costano il triplo ma sopportano cinquemila cicli di ricarica contro il migliaio di quelle a gel.

 

L’inverter. Qualora in barca si avesse la necessità di prese a 220 volt, ecco che servirà sicuramente un buon inverter che ha come limite però la capacità della batteria dalla quale dipende. Ha il pregio di essere di peso e di dimensioni ridotte.

 

Il generatore. Se il bisogno di corrente è notevole e non ci si vuole privare di nessuna comodità a bordo, come per esempio condizionatori, tv, continue docce o uso della cucina, allora sarà meglio pensare all’installazione di un generatore più affidabile di un inverter e che non ha limiti di utilizzo se non quelli del carburante che consuma. Di contro, per quanto sia silenziato, alla fine il suo rumore non si concilia con i silenzi delle baie e anche le sue dimensioni sono decisamente superiori a quelle di un inverter.

 

I cavi. Il diametro dei cavi che arrivano alle utenze deve essere proporzionato all’assorbimento previsto. Normalmente si usano diametri da 2,5 mm per le utenze ‘pesanti’ tipo motorini vari (autoclave, avviamento, inverter, generatori, condizionatori, luci ecc.), e diametri minori per utenze ‘leggere’ come tutta l’elettronica, plotter, quadri, ecoscandaglio, gps, radar, radio vhf, ecc. Il diametro sbagliato (quando è troppo piccolo) tende a surriscaldare e a creare problemi di corto circuito o di principio di incendio, se troppo grande assorbe inutilmente corrente. Per tutto questo, meglio affidarsi a un elettricista esperto.

 

Protezioni. Per la protezione sono necessari dei fusibili che contrariamente a quanto si pensa non proteggono l’utenza ma il surriscaldamento dei cavi. Esistono quelli con filamento, che sono sacrificabili usa e getta, e quelli magnetotermici che si staccano da soli all’aumentare della temperatura per la quale sono tarati ma sono riarmabili con un clic (previo ripristino del guasto), e hanno una qualità e una durata decisamente superiori. Altra protezione importante è lo stacca batteria già descritto. Il nome indica il suo scopo: preservarne la carica quando si termina l’uso. In genere quando si è rientrati dopo aver lavato la barca, si stacca e si passa a terra il cavo per collegare il caricabatteria alla centralina a 220 in banchina. Visto che normalmente la barca rimane almeno una notte collegata a terra, non sarà necessario un caricabatteria potentissimo, ne basterà uno con una potenza pari a circa il 30%. Anche in questo caso, la scelta di materiali di buona qualità e una manutenzione regolare faranno la differenza.

 

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